Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

PATTO DI STABILITA’, CAPPIO AL COLLO

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 Mentre il Pd sbanda davanti al documento unitario di Veltroni e Fioroni, sottoscritto da altri 73  Parlamentari, con cui nasce un movimento interno con l’obiettivo di rilanciare il partito ma che nei fatti fa traballare il segretario nazionale Pierluigi Bersani, il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, continua a scandire quelli che secondo lui dovrebbero essere gli obiettivi di un centrosinistra rinnovato che dovrebbe tutelare interessi ben precisi. “Penso – ha detto il presidente a margine di uno degli incontri alla Fiera del Levante che oggi chiude la 74esima edizione – che il centrosinistra non abbia bisogno di un Papa straniero, di una conferenza episcopale, ma di un Vangelo, di un vocabolario per poter parlare alla gente. Siamo di fronte alla crisi del berlusconismo, che è visibile,ad una crisi economica e sociale e maturano le condizioni per superare il berlusconismo. Occorre per questo mettere in campo una discussione pubblica su come affrontare i problemi del mercato del lavoro, la formazione dei giovani, le necessità delle imprese di fronte alla globalizzazione”. In questo ambito si pone la richiesta di abbandonare l’Afghanistan all’indomani della morte del trentesimo soldato da quando è iniziata la missione di pace. “Lasciare Kabul – dice – lo sta pensando l’amministrazione Usa, la verità è che bisogna moltiplicare i teatri di pace. Peccato che ora l’Europa si sta occupando di cacciare i rom invece di svolgere politiche di pace e di dialogo, penso al Medio Oriente”.

Ma è il Piano di rientro della sanità 2010-2012, quello dei 2.200 posti letto da tagliare, i 18 piccoli ospedali da chiudere e le internalizzazioni da bloccare, l’obiettivo a scadenza ravvicinata da portare a casa. Mercoledì e giovedì prossimi, infatti, è convocato il Consiglio regionale con all’odg la sanità che ha già superato l’esame delle commissioni consiliari. Per questo venerdì ha voluto incontrare i consiglieri della maggioranza che, soprattutto quelli del Pd, in questi mesi hanno storto il naso davanti ai tagli. Ha ricordato che la Regione è costretta a vararlo perché il governo Berlusconi e il ministro Tremonti hanno puntato la pistola alla tempia della Puglia dettando le condizioni pena il tracollo. Ovvero la mancata erogazione di 350 milioni di euro del fondo sanitario per il mancato rispetto del patto di stabilità nel 2008 che però sono stati conteggiati in bilancio e già spesi. Un ammanco di queste risorse significherebbe la bancarotta. E’ però l’opposizione che pure dovrebbe sostenere il provvedimento voluto dal governo del suo stesso colore si tira fuori.

“Leggo sui giornali che il centrodestra probabilmente si asterra’ sul Piano di Rientro. Siamo di fronte ad un passaggio assolutamente doloroso per la Puglia, frutto della demenzialita’ dei criteri che regolano il Patto di Stabilita’ e che ci penalizzano nonostante il fatto che siamo l’unica Regione del centro-sud a non essere mai stata commissariata, perche’ e’ sempre stata in grado in questi anni di coprire con finanze proprie naturali deficit sanitari. Il deficit sanitario e’ frutto talvolta dello spreco della corruzione, ma e’ frutto anche della necessita’ di modernizzare il sistema dell’offerta sanitaria, e’ frutto anche del fatto che -ha spiegato Vendola – un farmaco oncologico, nel giro di 12 mesi puo’ lievitare di prezzo del 500%. Quindi, bisogna sapere che la spesa sanitaria non puo’ essere compressa, la spesa sanitaria va governata, va indirizzata soprattutto verso obiettivi moderni. Gli obiettivi moderni quali sono – ha ricordato il presidente – rendere il ricovero ospedaliero l’estrema ratio, per che’ le perone invece vengono assistite nel territorio, nei poliambulatori, la diagnostica non si deve effettuare negli ospedali, i consultori sono la rete che deve  accogliere la domanda di salute delle donne, l’assistenza domiciliare deve essere l’arma strategica con cui accompagniamo gli anziani nei momenti di difficolta’. Se, invece, il ricovero diventa il centro dell’offerta di salute – ha detto – questo e’ colpa di una cattiva organizzazione del sistema sanitario. Tra l’ altro vorrei ricordare che ci si ricovera per poverta’, perche’ per non pagare il ticket sulla diagnostica ci si ricovera. Allora bisogna dire la verita’; che l’inappropriatezza e’ frutto dell’ingiustizia sociale. Se non affrontiamo di petto l’ingiustizia sociale, i nodi della poverta’, l’esclusione, la marginalita’ sociale difficilmente -ha concluso Vendola – andremo avanti”.

 

FONTE: ILPAESENUOVO

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