Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

BITONTO, TRIGGIANO E CONVERSANO ALLA GUERRA DEGLI OSPEDALI «CONDANNATI»

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IL SINDACO DI TRIGGIANO, MICHELE CASSANO

 TRIGGIANO -Attualmente l’ospeda – le «Fallacara» dispone di 125 posti letto, suddivisi tra i servizi di medicina, geriatria, infettivi, day surgery di chirurgia, ortopedia, oculistica, ginecologia, pediatria, psichiatria e lungodegenza, oltre a poter contare su un pronto soccorso. L’atto aziendale proposto dall’Asl Bari per il piano di rientro regionale, prevede la conversione del pronto soccorso in punto di primo soccorso (anche se l’assessore Fiore dopo le proteste ha assicurato che non sarà toccato), la trasformazione di tutti i day surgery (chirurgia di un giorno) in day service (ambulatori), il trasferimento della pneumologia e l’arrivo come unità complessa con posti letto di dermatologia dal Di Venere. In tutto, i posti letto tagliati sono 34 e scendono da 125 a 91. L’amministrazione comunale ha occupato simbolicamente l’ospedale e ha inviato una diffida a Regione ed Asl perché il pronto soccorso non si tocchi. Anche l’opposizione con il Movimento Schittulli ha organizzato una veglia notturna e, successivamente, una conferenza e una fiaccolata. Il comitato pro Fallacara, inoltre, ha sensibilizzato la cittadinanza. Dopo gli iniziali scontri politici (l’anno prossimo ci sono le elezioni comunali), maggioranza, opposizione e comitati cittadini hanno organizzato una manifestazione di protesta congiunta sotto il palazzo della giunta   regionale, ottenendo di essere ricevuti dall’assessore Fiore, il quale ha assicurato che il pronto soccorso sarà conservato e che la trasformazione dei day surgery in day service non cambierà la sostanza ma solo la forma.

 

 

IL SINDACO DI BITONTO, RAFFAELE VALLA

   B I TO N TO -Dovevano essere sospensioni estive e si avviano a diventare chiusure definitive. Chiuso il reparto di lungodegenza, radiologia e cardiologia a mezza giornata, pronto soccorso con un solo medico per turno. Sono queste le non molto incoraggianti condizioni in cui, da giugno, versa l’ospedale: una riduzione dei servizi che doveva essere transitoria e che invece anticipa la definita trasformazione dell’ospedale cittadino in «casa della salute». Stando al nuovo piano aziendale   della Asl, infatti, saranno azzerati i 9 posti di medicina interna, i posti di day surgery di chirurgia generale, ortopedia e ginecologia e i 4 posti di day hospital di pediatria. Rimangono inalterati i posti rene per la dialisi e i 10 posti letto dell’unità di degenza territoriale mentre il pronto soccorso, nonostante i lavori di ampliamento in corso, è destinato a diventare punto di primo intervento. Sul piede di guerra le associazioni di tutela del malato e delle fasce deboli che hanno chiamato a raccolta, con scarsi risultati in realtà, la cittadinanza. Non demorde invece il sindaco Valla, impegnato in questi mesi in un fitto carteggio con la Asl e la Regione: «Abbiamo avuto rassicurazioni e promesse di cui non dubitare: l’ospedale non chiuderà».  

 

 

 

IL SINDACO DI CONVERSANO, GIUSEPPE LOVASCIO

    CONVERSANO -«Una emorragia senza precedenti, continua e mortale». Giuseppe Lovascio, sindaco di Comversano, ricorre alla metafora medica per descrivere lo stato in cui versa l’ospedale «Florenzo Jaia». Uno stato «comatoso» che però ha risvegliato cittadini e forze politiche da un lungo torpore. «La contestazione di domenica 12 al presidente Vendola – spiega Vito De Bellis, componente del Comitato per l’Autonomia dell’ospedale «Florenzo Jaia» – è la dimostrazione che i conversanesi non ce la fanno più a subire provvedimenti che vedono la comunità capitolare sia rispetto ai servizi sanitari che a quelli ambientali (discarica; ndr)».
   La situazione è degenerata nelle ultime settimane con la riduzione del personale al Pronto soccorso, all’ambula – torio di chirurgia, la mancata apertura di ostetricia e ginecologia, la mancata riapertura di chirurgia e ortopedia e il mancato ripristino del turno di reperibilità per la radiologia dopo le ferie, l’attività a singhiozzo del Centro trasfusionale, del laboratorio analisi e, ultimo, del Centro unico di prenotazione (Cup). A questi disagi l’utenza ha risposto con numerose denunce ai Carabinieri (clamoroso il caso della donna anziana affetta da Alzheimer che non potendo effettuare la Tac perché i radiologi non erano reperibili, ha dovuto trasferirsi a Monopoli e restare 13 ore in un’autoambulanza; ndr), esposti alla Procura e la contestazione di domenica scorsa a Vendola.

FONTE:GDM

 

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