Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

SANITA’, PAGAMENTI AL RALLENTATORE. IN CALABRIA RECORD DI 809 GIORNI

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 ROMA   Vendere oggi, pagare l’Iva il prossimo 16 settembre, e incassare il dovuto il 27ottobre, ma del 2012. Dopo due anni, due mesi e diciassette giorni. Possibile? Del tutto normale per le aziende che vendono garze, cerotti e siringhe alle Aziende sanitarie locali della Calabria. Per essere pagate le imprese che forniscono i dispositivi medici alla sanità pubblica, nonostante una legge imponga alle Asl un termine di 6o giorni per i pagamenti, possono aspettare anche 809 giorni. E se va proprio di lusso devono attendere 777 giorni, perché quello è il tempo minimo necessario per vedersi accreditare i bonifici sul conto corrente bancario a saldo della merce consegnata.
Nel buco nero della sanità calabrese succede anche questo. Ma le cose non cambiano molto in Campania, nel Lazio e nel Mouse, tutte regioni dove per gestire la sanità che versa in condizioni disastrose, come in Calabria, il goverGli onorati legali.

La Regione Campania, nel 2010, dovrà pagare circa 250 milioni di euro di onorari agli awocati
non è dovuto ricorrere al commissariamento. In Mouse il tempo necessario per il pagamento delle fatture per i prodotti biomeclici è di 715 giorni, in Campania ce ne vogliono 648, nel Lazio 419, secondo la Relazione della Corte dei Conti sulla gestione finanziaria delle Regioni, che cita i numeri di Assobiomedica.
Quelli sono gli unici dati dettagliati e attendibili, ma il ritardo cronico dei pagamenti della sanità pubblica è un fenomeno dilagante, che non riguarda certamente solo i prodotti biomedici. In alcune Asl delle Regioni del Sud, strozzate dai debiti, non ven
gono pagati da mesi gli stipendi ai dipendenti. Tutti ricordano il caso di Mariarca Terracciano, infermiera della Asl Napoli 1, azienda ridotta alla paralisi dai pignoramenti
dei creditori per oltre un miliardo di euro, che si tolse la vita per protesta, ma a Napoli la situazione non è molto migliorata e in Calabria gli stipen i non arrivano da mesi.
<(E arrivato puntuale solo quando ci sono state le elezioni regionali» ha denunciato Irene Torchia, sindacalista
della Fse Cobas. Al Sud restano senza soldi non solo i dipendenti degli ospedali pubblici, ma anche quelli delle strutture private che operano in regime di convenzione, venendo pagate anche in questo caso con un ritardo enorme, con la sanità regionale. E spediscono i dipendenti, a
centinaia, in Cassa Integrazione, come sta succedendo in questi giorni in Puglia.
Anche i farmacisti hanno dissotterrato l’ascia di guerra contro le Asl per i tempi biblici di rimborso dei farmaci garantiti gratuitamente ai cittadini dal Servizio Sanitario Nazionale. In Calabria, dal 6 al 7
settembre, tutte le farmacie della provincia di Catanzaro resteranno chiuse per 48 ore e anche a Napoli si prepara la serrata delle 800 farmacie cittadine. Il fenomeno non riguarda solo le Regioni del Sud alle prese con i piani di rientro del deficit che impone regole durissime di bilancio. 11 ritardo dei pagamenti nella sanità è una regola in tutta Italia. Anche nelle Regioni  modello , come la Toscana. Daniela Scaramuccia, assessore regionale alla sanità, ha ammesso pochi giorni fa, rispondendo a un’interrogazione sui debiti della Asl regionale numero i, che «un periodo di 6 mesi per il paga-
mento dei fornitori è del tiitto normale».
Sarà anche normale, ma il ritardo dei pagamenti, che fa scattare il conteggio degli interessi passivi, finisce per aggravare in modo consistente i conti della sanità. Secondo la Relazione della Corte dei Conti gli interessi di mora sul debito verso i fornitori (che ammontava a 30,7 miliardi di euro nel 2008) sono aumentati in un anno di un quarto. Erano ioo milioni di euro nel
L’ira dei farmacisti La protesta dei
farmacisti per i rimborsi lenti dei farmaci garantiti dal Servizio Sanitario
2008, sono saliti a 125 milioni di euro nel 2009. Se la cosa si ferma lì, perché poi scattano le cause da parte delle imprese (l’8o% di quelle aderenti a Assobiomedica, con crediti per 4,6 miliardi di euro verso la sanità pubblica, ha già preso le vie legali). La Regione Campania, solo nel 2010, dovrà pagare circa 250 milionidi euro di onorari agli avvocati. Anche per questo il governo ha deciso di bloccare per legge le azioni di rivalsa delle imprese nei confronti delle Regioni con i conti sanitari dissestati. Ma solo fino a fine anno: entro il 31 dicembre i commissari, definita la massa debitoria (e non sarà facile), dovranno predisporre dei piani per il rimborso.

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