Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

FITTO: “VENDOLA INSULTA E PARLA D’ALTRO, MA IL DISAVANZO DELLE ASL E’ PIU’ ALTO”

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 BARI — «Non mi interessano le polemiche e gli insulti. Mi appassionano i fatti: il Piano di rientro sanitario è stato fermato perché la Regione si è presentata a Roma con le intenzioni e non con le delibere. Le polemiche? Non influenzeranno i rapporti tra Regione e governo. Quanto a Vendola, con le sue performance, ha inventato la poetica della contabilità, rendendo un pessimo servizio al bilancio regionale e alla letteratura». Il ministro degli Affari regionali, Raffaele Fitto, pesantemente chiamato in causa dal governatore quale corresponsabile dello stop impresso al Piano di rientro, non rinuncia alla battuta tagliente. Ma evita di farsi trascinare nella rissa.
Vendola ha replicato venerdì alla lettera inviatagli dal governo. Che cosa pensa del contenuto?
«Calma, un momento. Su questa vicenda c’è stata una comunicazione orchestrata ad arte, oltre che calunniosa, che non c’entra nulla con il merito delle questioni. Vendola mette in campo sceneggiate, insulti, ricostruzioni fantasiose. Vogliamo parlare degli insulti o del merito»?

Del merito, innanzi tutto.
«Partiamo dai 500 milioni che la Puglia perderebbe se non sottoscrivesse il Piano: sono le risorse sanitarie, di annualità passate, trattenute per lo sforamento del Patto di stabilità: prima nel 2006 e poi nel 2008, come ha riconosciuto autorevolmente la Corte dei conti. Dunque, non si tratta di risorse del 2010 bloccate dal governo cattivo. Ma di fondi fermi a Roma, a causa di inadempienze clamorose della Puglia».
La Regione era pronta a firmare il Piano per riportare a casa i soldi. Tremonti ha negato la firma.
«E poi ha concesso la proroga. Anzi, i cattivi ministri Fitto e Tremonti hanno concesso due proroghe. La seconda è quella di qualche giorno fa. Ma la prima è contenuta già nella Finanziaria 2010: senza quella norma che concedeva più tempo alla Regione, i 500 milioni sarebbe stati già persi. Anziché ringraziare, Vendola offende».
I tecnici ministeriali non si erano dichiarati favorevoli al Piano presentato dalla Puglia?
«La Regione comincia la sua cronistoria dalla fine, come se nulla fosse successo prima, come se il governo non fosse già andato incontro alle sue richieste. Basta con questa ricostruzione. Vendola o non sa di cosa parla o è in malafede. Quelli che ho richiamato sono fatti e chiedo di essere smentito sui fatti. Il resto è sceneggiata, racconto interessato, offese volgari».
A proposito. Come replica al governatore che la chiama «traditore della Patria», cioè della Puglia?
«Ecco la mia replica: beata quella Regione che non ha bisogno di eroi, soprattutto fasulli. Il presidente della Puglia oltre ad aver sforato il Patto di stabilità più di Bassolino, surclassa l’ex governatore campano in materia di sceneggiate napoletane. Se la ricostruzione che ho fatto è vera, ed è vera, Vendola dovrebbe chiedere scusa per le parole che usa e le ricostruzioni false che fa».
Falso che i tecnici erano pronti alla stipula e Tremonti non ha firmato perché ispirato da Fitto e Rocco Palese?
«Tremonti ispirato da me e Palese è roba da ridere, fuori dal novero delle cose possibili. Se Vendola avesse davvero lavorato al Piano di rientro, se a Roma avesse portato gli atti e non i titoli, le delibere e non le intenzioni, ebbene non starebbe in questa situazione. Il governatore racconta un andamento del tavolo tecnico che non c’è mai stato. Peraltro, lo stesso Tremonti, dopo lo stop, ha fatto sapere di essere pronto alla proroga. Dunque, non cado nella trappola della polemica».
A che cosa allude?
«Si vuole parlare d’altro. Mentre la questione vera è la mancanza di un provvedimento serio di programmazione, un deficit sanitario da 3-400 milioni all’anno, un 2010 con una proiezione di disavanzo pari a 400 milioni (senza la correzione del Piano). Lo dico a futura memoria: ho ragione di credere che il disavanzo delle Asl sia ben più alto di quello segnalato dalle tabelle ufficiali. Altro che le frasi di Vendola».
Non le considera attendibili?
«Lo dico con chiarezza. A me non interessano gli insulti, le polemiche, le offese. Mi interessano i fatti e la ricostruzione corretta degli eventi. Vendola, con i fatti, ha dimostrato di aver inventato la poetica della contabilità, rendendo un cattivo servizio al bilancio regionale e alla letteratura».
Parliamo delle internalizzazioni: perché non studiare se producono risparmi?
«Qui si dice un’altra bugia. Ognuno può avere un punto di vista sull’economicità delle internalizzazioni. Ma si deve sottolineare che la legge voluta da Prodi individua procedure ben precise per l’assunzione dei precari (questo è il motivo del ricorso del governo alla Corte costituzionale). Conoscendo i precedenti, posso dire che la Regione ha avviato una procedura sbagliata, che sarà censurata dalla Corte. Si agita questa vicenda, in modo falso e subdolo».
Alcuni giornali tornano a parlare di un Piano per il Sud. Cosa c’è di concreto?
«È un aspetto che riguarda da vicino la mia competenza. Ho chiamato a raccolta tutti i presidenti meridionali per un monitoraggio del vecchio Fas 2000-2006, per verificare le risorse non spese, non impegnate o il cui livello di avanzamento è preoccupante».
Cosa ha trovato?
«Circa 1,5 miliardi delle Regioni; 2 miliardi dei ministeri; 7 miliardi di avanzamenti lenti che saranno rapidamente verificati. A questo si aggiungono 10 miliardi, di risorse cosiddette “liberate” (europee, rendicontate ma non spese) e a queste si aggiungerà la nuova programmazione».
Qualcuno adombra il sospetto che tutto venga accentrato nelle mani del governo.
«Nella nuova programmazione c’è la parte nazionale (gestita dal governo) e quella regionale. Ogni volta che si parla di queste vicende, si trova qualcuno pronto a gridare allo scippo. Ma nessuno in grado di fare un numero. Detto ciò, abbiamo la necessità di concentrare la spesa su alcuni temi (infrastrutture, incentivi alle imprese, turismo) per evitare parcellizzazioni nocive. Una delegazione pugliese e campana, di deputati Pd e Pdl, mi ha chiesto di concentrare gli investimenti sull’alta capacità ferroviaria Bari-Napoli. Mi sembra ragionevole».
Le polemiche con Vendola influenzeranno i rapporti tra governo e Regione?
«Le polemiche le costruisce Vendola: litiga e dialoga, dialoga e litiga. Finora dal governo non ha avuto atti ostili, caso mai di amicizia, come insegnano le proroghe al Piano di rientro».
Da salentino, cosa pensa dell’idea tornata in auge, di una Regione autonoma del Salento?
«È come andare in autostrada, contromano, nel giorno dell’esodo. La Puglia ha il proprio punto di forza nelle sue diversità. Le recriminazioni su scelte che possono penalizzare questo territorio o quell’altro, non possono trovare sintesi in una iniziativa come quella».

 

FRANCESCO STRIPPOLI (CORRIERE DEL MEZZOGIORNO)

 

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