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Vivilasanità – A colloquio con Assuntela Messina – Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale

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Vivilasanità – A colloquio con Assuntela Messina – Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale

 

La transizione digitale è un architrave dell’intero Piano italiano di Ripresa e Resilienza

 

Il rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione non sarà più lo stesso grazie alle grandi innovazioni

 

Innovazione tecnologica e transizione digitale: ci può spiegare quali sono le implicazioni più concrete degli investimenti in ambiti così importanti?

“La transizione digitale è un architrave dell’intero Piano italiano di Ripresa e Resilienza, su cui il nostro Paese intende investire più di un quarto delle risorse complessive. L’obiettivo è quello di modernizzare il Paese, per avere una pubblica amministrazione più semplice e vicina ai cittadini, imprese più competitive e cittadini sempre più capaci a utilizzare e gestire la tecnologia, per coglierne tutte le opportunità.

La Missione 1 del PNRR, dedicata alla digitalizzazione, si estrinseca in una molteplicità di progetti. Ma, partendo dalle fondamenta, i primi obiettivi da raggiungere sono sicuramente quelli legati alla connettività, principale fattore abilitante della trasformazione digitale del Paese. Per questo, la Strategia nazionale per la Banda Ultra Larga mira a portare la connettività a 1 Gbps su tutto il territorio nazionale entro il 2026, consentendoci di recuperare il gap con gli altri Paesi dell’UE e di centrare gli obiettivi europei in anticipo rispetto alla data del 2030. Garantire una connessione ad altissima velocità in tutto il territorio nazionale vuol dire arrivare in ogni casa, in ogni scuola, in ogni ufficio e in ogni ospedale o imprese. Significa, insomma, permettere a tutti di sfruttare internet e la tecnologia in ogni sua applicazione a beneficio delle nostre attività quotidiane, dallo smart working alla didattica a distanza, dalla telemedicina allo sviluppo delle attività di impresa”.

 

Quali sono le scelte più innovative che state effettuando come Governo?

“Tra le tante iniziative, credo che la più “futuristica” sia quella che il Ministero della Transizione Digitale sta portando avanti nel settore dello spazio, in cui l’Italia può essere uno dei protagonisti in Europa. Si tratta di un ambito strategico con grandissime potenzialità che ci aiuterà a rafforzare stimolare lo sviluppo tecnologico, l’innovazione e la ricerca scientifica e accrescere la formazione di competenze specifiche, con importanti implicazioni in termini di benefici economici e sociali di ritorno. Investimenti di cui lo Spazioporto di Grottaglie, l’unico dell’Unione Europea e fiore all’occhiello della nostra Puglia, potrà trarre grandi benefici diretti e indiretti”.

 

Come cambierà il Paese quando si realizzeranno tutti gli investimenti previsti nei settori della vita pubblica?

“La tecnologia, come è sotto gli occhi di tutti da diversi anni, ha un’enorme capacità di pervadere la nostra quotidianità. Se finora l’innovazione ha interessato molto più l’ambito privato dei cittadini, il piano per i prossimi anni mira a sfruttare le potenzialità delle nuove tecnologie anche nella sfera pubblica. Il rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione non sarà più lo stesso grazie alle grandi innovazioni di cui sarà investita la P.A.. A partire dalla migrazione al cloud di tutte le amministrazioni, dagli enti locali ai Ministeri, che consentirà di tenere i dati dei cittadini al riparo da qualsiasi pericolo e soprattutto permetterà alle stesse P.A. di scambiarsi e fornire dati istantaneamente e ai cittadini di accedere ai propri in qualsiasi momento e da qualsiasi luogo.

Al contempo si agirà sullo sviluppo dei servizi pubblici digitali, mettendo ogni amministrazione pubblica nelle condizioni di garantire ai cittadini, attraverso l’identità digitale, l’accesso ai servizi pubblici più utilizzati e utili”.

 

Come la tecnologia potrà essere una grande alleata per il miglioramento della qualità della vita?

“La tecnologia sarà una grandissima alleata in ambito sanitario, ad esempio. Non è un caso, infatti, che anche sulla scorta delle positive esperienze maturate durante l’emergenza, la Missione dedicata alla Sanità del PNRR punti con decisione sulle innovazioni tecnologiche per migliorare gli standard quantitativi e qualitativi dell’offerta sanitaria pubblica.

Nel più ampio disegno di un processo di riforma del sistema sanitario verso un modello di cura più incentrato sulla comunità e sul territorio, basato sui bisogni specifici della persona, la tecnologia e il digitale ricoprono un ruolo assolutamente determinante. Grazie alle nuove tecnologie, infatti, potremo garantire una personalizzazione sempre più efficace dei servizi di cura e assistenza e potenziare le nostre capacità tecniche di prevenzione e diagnosi precoce delle patologie. Lo sviluppo dei progetti di telemedicina, di cui la Puglia sarà una Regione apripista insieme alla Lombardia, sarà importantissimo per realizzare la nuova idea di sanità pubblica, che vede la “casa” come “primo luogo di cura”.

La nostra Regione, che ha già dimostrato grandi capacità nell’implementazione delle applicazioni della tecnologia e del digitale nella sanità, ha ora la grande responsabilità di tracciare la strada per vincere questa entusiasmante sfida e dare al Paese servizi all’avanguardia”.

 

Ci può meglio spiegare cosa intende per umanesimo tecnologico?

Abbracciare la tecnologia e il digitale non deve farci dimenticare il fine capitale del progresso: l’evoluzione sociale, culturale, economica dell’essere umano. La rivoluzione digitale in corso rappresenta una grande sfida per l’uomo, soprattutto in termini di definizione della propria identità individuale e collettiva. Abbiamo già chiari quali sono i grandi pericoli che si celano dietro alle sconfinate opportunità dei nuovi mezzi. Rischi che riguardano i singoli cittadini e la comunità interamente intesa. Per questa ragione non possiamo consentire che la transizione al digitale diventi un ulteriore motivo di esclusione ed emarginazione di fasce più o meno ampie di popolazione. Il capitale umano è e deve restare al centro del nostro progetto di trasformazione della società.

Perciò agire sulle competenze digitali, quale condizione indispensabile per pari opportunità di accesso alle nuove possibilità, risulta una questione di carattere prioritario. Il nostro Ministero, come d’altronde tutto il Governo, è fortemente impegnato per far sì che le persone abbiano un ruolo da protagonisti in questo processo. Nel mondo del lavoro, nei percorsi dell’istruzione e della formazione, nella pubblica amministrazione: decine di progetti saranno dedicati alla creazione o al rafforzamento delle competenze digitali.

In definitiva, è necessario valorizzare la dimensione etica dello sviluppo tecnologico, fondamentale per tracciarne i confini e sostenere il capitale umano ad avere sempre un controllo saldo sulla direzione della sua marcia.

 

Sottosegretario, da donna del sud, ritiene che vi sia il rischio che i forti interessi del nord possano accaparrarsi una parte consistente dei 200 miliardi del Piano di ripresa e di resilienza? E se fosse così, cosa si può fare per scongiurare questo rischio?

“Preferirei parlare più di opportunità che di rischi. Lo sviluppo del Mezzogiorno è un fattore indispensabile per la crescita dell’intero Paese.

Le risorse del NextGen Eu rappresentano un’occasione perfetta per impostare una strategia di sviluppo equo e sostenibile; ciò non può che passare per un forte programma di investimenti per il Sud, come peraltro espressamente richiesto dall’Unione Europea. Stiamo combattendo da mesi per far sì che una parte maggiore delle risorse vada a finanziare le esigenze del meridione, con il chiaro obiettivo di ridurre gli ormai intollerabili divari esistenti dal punto di vista non solo infrastrutturale, ma anche sociale ed economico.

Quella del Mezzogiorno è innanzitutto una questione di uguaglianza nell’accesso alle opportunità e nell’esercizio dei diritti. Sarebbe economicamente penalizzante e socialmente inaccettabile se realtà produttive che operano in alcune zone del nostro Paese, non potessero accedere alle opportunità di automazione e remotizzazione che le tecnologie consentono.

Diseguaglianze e divari territoriali non sono accettabili. Ammodernare le infrastrutture per la connettività si configura come un dovere per lo Stato, chiamato dall’ Art. 3 della Costituzione ad assicurare uguale accesso alle opportunità e ad offrire a tutti i cittadini e a tutti i territori le medesime condizioni di partenza. Lo sforzo per migliorare il percorso digitale e’ una leva fondamentale per dare concretezza al mandato costituzionale di realizzazione del principio di uguaglianza.

La connettività va intesa come un diritto ed è un presupposto necessario per realizzare avanzamento di vaste aree produttive, creative, sociali – penso alle zone periferiche e ai distretti industriali, alle aree rurali interne e , non da ultimo alle isole, che meritano scelte politiche che consentano loro di esprimersi al meglio alla luce di una più strutturata coesione e omogeneità territoriale”.

 

Grazie Sottosegretario, da esponente del nuovo Governo, che messaggio conclusivo vuole mandare ai nostri lettori?

“La storia ci insegna quanto, per alcuni versi, l’innovazione tecnologica possa anche essere subita, nel solco dell’idea erronea di un progresso che metta l’uomo ai margini della società economica e produttiva di un Paese.

Io credo che l’innovazione sia invece un’opportunità, una straordinaria occasione di riflessione e proposta per ogni sfumatura del vivere comune. Ad una condizione inderogabile: che il fattore umano sia guida e centro dei processi di transizione e trasformazione. Solo e soltanto l’essere umano, con la sua sensibilità ed empatia, con la sua coscienza ed intelligenza, con la capacità di discernimento, abbia l’abilità e la saggezza per dirigere questi processi verso orizzonti di benessere eguale e diffuso.

Per questo, occorre accompagnare e sostenere queste sfide con un approccio umanistico: un nuovo umanesimo che lavori sul tema delle tecnologie tenendo fermi e saldi i diritti umani. La chiave è nei nostri valori e nei nostri principi: la lotta alle diseguaglianze, la parità di genere, l’equilibrio e l’armonia sociale. Senza lasciare indietro nessuno, in un sistema di “connessioni” che rispetti la dignità di ciascuno. Partendo dalle “periferie”, luoghi di attese e di sentimenti, che meritano la tenace attenzione del nostro impegno in nome di una cittadinanza digitale, sana, solidale, inclusiva. E che interpreti e rinnovi il valore della fraternità alla luce di un tempo nuovo da attraversare e vivere insieme”.

 

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