Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

CERTIFICATI MEDICI, GIUNGLA DI PREZZI

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 Certificati medici, giungla di prezzi

Decine di telefonate e due semplici domande: «Dottore mi trasferisco in città, quanto mi costa il certificato di buona salute per l’attività non agonistica? Quanto dura la vista?». Le risposte dovrebbero assomigliarsi e prepariamo sul nostro taccuino uno schema rigido prima di iniziare. Errore, tanto che l’area “note” dei nostri appunti si infoltisce così tanto da portarci a una conclusione: in fatto di certificati ognuno fa quello che vuole e le regole sono davvero poche, senza considerare che raramente vengono rispettate. Abbiamo chiamato 4 medici e 2 pediatri per ogni Regione per ottenere le risposte più stupefacenti. Un vero e proprio mercato rionale dove il paziente/utente è in balìa di un buco normativo che sembra una voragine, nata in nome della concorrenza e delle liberalizzazioni in salsa italiana.

Le regole
Non sono molte le norme che regolano i certificati di buona salute per attività sportiva non agonistica. Il decreto Bersani aveva liberalizzato le tariffe nella speranza di abbattere i costi, ma così non è stato anche se dal punto di vista fiscale questa tipologia di certificati è esente Iva. La legge non prevede un protocollo sull’esecuzione della visita, ma le maggiori associazioni di categoria consigliano una visita di circa 50 minuti, stessa questione per l’Ecg. Non è obbligatorio, ma altamente consigliato se si tratta della prima visita. Inoltre, i certificati non sono obbligatori per l’attività sportiva e la richiesta è a discrezione della palestra/piscina, molto spesso risulta obbligatoria perché le assicurazioni delle strutture garantiscono la copertura solo se gli iscritti hanno presentato il certificato di buona salute. Alle norme nazionali si aggiunge un dedalo di accordi regionali che possono offrire vantaggi a fasce d’età protette.

La ricerca infinita
Trovare il medico di famiglia non è un’impresa semplice. I siti web delle aziende sanitarie nelle varie Regioni non sempre sono d’aiuto, si passa da sistemi estremamente all’avanguardia come nel caso di Genova, dove oltre ai dati del medico è riportata addirittura la disponibilità di posto, fino a situazioni assai peggiori come il Lazio, dove l’elenco ha gli orari ma non i numeri telefonici, e il Molise, dove pare non esista nemmeno un elenco dei medici di famiglia.

Quanto mi costi
Un certificato di buona salute può costare anche 60 euro. A sorprendere, una volta tanto, è il Meridione, in Calabria la risposta che va per la maggiore è: “Signora è gratis, al massimo 10 euro”. Diversa tariffa se si sale lo Stivale dove la quota da versare cresce vertiginosamente anche se i prezzi sono disarmonici lungo tutta la Penisola. La Regione che costa di più è la Lombardia con una media di 50 euro a certificato, seguita a ruota dalla Liguria con una media di 43,75 euro. Tra le Regioni del Sud la più cara è la Puglia con 35 euro. La più economica è la Calabria con una media di 6,25 euro a certificato, vera anticonformista in questa classifica. Infatti, stacca di gran lunga l’Umbria, seconda con 21,25 euro di costo medio. Tra le Regioni del Nord la più economica è il Piemonte con 31,25 euro di media. In fatto di prezzi la legge non dà indicazioni anche se i tariffari consigliati, prodotti dalle associazioni di medici, parlano di una tariffa che oscilla tra i 30 e i 50 euro.


Fattura Iva o ricevuta

Ognuno ha il suo regime fiscale in questo strambo Paese, se si dovesse dare retta ai medici si farebbe in tempo a impazzire. C’è chi ci parla di prezzo compresa Iva, chi ci avvisa che va aggiunta al 21% (anziché al 22) e chi parla di ricevute. La legge su questo è molto chiara: i certificati di buona salute per attività sportiva non agonistica sono esenti Iva e la ricevuta è d’obbligo. Smemorati o furbi?

 

 

Fonte:ILSOLE24ORESANITA’

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