Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

GIALLO SULL’APERTURA DELL’ONCOLOGICO DI BARI

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Sei. Sono finora sei i sopralluoghi da due anni a questa parte, da quando ci fu il primo annuncio «sull’imminente inaugurazione del nuovo oncologico di Bari», l’Irccs dedicato a Giovanni Paolo II. Anni fa appunto. Perché da allora l’ospedale specializzato nella cura del cancro, realizzato nella struttura dell’ex Cotugno, è ancora chiuso. Completato lo stabile, macchinari d’avanguardia sistemati (non prevista la Pet), ma chiuso.
E l’oncologico resta nei locali inadatti della Mater Dei (la radioterapia risale al 1989), in affitto e con un salasso (centinaia di migliaia di euro al mese) per le casse pubbliche. Sei. Tanti i sopralluoghi del consigliere regionale del Pdl, Massimo Cassano. E ieri il guanto della sfida a Nichi Vendola con la proposta-invito: «Il presidente della Regione venga qui per una conferenza pubblica in cui spieghi le ragioni di questi assurdi ritardi. Io sono pronto, lo aspetto da tempo. Lo aspettano i cittadini».
 

Con Cassano ieri mattina, un altro «habituè» dei sopralluoghi: il direttore dei lavori, l’ingegnere Caio Salomone. «Avrei voluto anche il direttore generale Giuseppe Lonardelli (che resta al suo posto nonostante le dimissioni presentate il 18 marzo scorso, come scriviamo a parte, ndr) – aggiunge il consigliere -, l’ho chiamato ma mi ha detto che era impegnato». E poi gli «infiltrati» del tg satirico di Canale 5, «Striscia la notizia», Fabio e Mingo in versione «dr. House» per un servizio-denuncia.

Che c’è ancora da fare? «La parte tecnica – spiega Salomone – è alla stretta finale. Due settimane per le attrezzature; un mese per completare gli esterni». Ma ancora nessuno conosce la data misteriosa: quella del taglio del nastro. «L’assessore Fiore ha risposto con un “non so che fare” alle mie domande», aggiunge Cassano che si spinge, «qui la vergogna è politica ed economica. Economica per i fondi che ancora si versano per l’af fitto alla società proprietaria della Mater Dei. Politica perché già è assurdo pensare ad un ospedale oncologico senza Pet (in realtà l’ing. Salomone in accordo con il direttore generale del tempo, Nicola Pansini, ha pure individuato un sito per l’impianto della “macchina che scopre e cura i tumori”), ma è ancora più assurdo questo scaricabarile che non permette agli ammalati pugliesi di poter usufruire dei macchinari all’avanguardia, tra i migliori del Sud Italia (le Radioterapie, per esempio, e l’Angiotac) già sistemati ed ora in stato di abbandono. “Dimenticati”. Da parte mia, fin quando questo ospedale non si apre, io non mi fermo».

Il passaggio che rischia di far slittare ancora la data è quello burocratico. Secondo un protocollo d’intesa del 2004, l’Asl era la stazione appaltante che avrebbe poi ceduto la struttura completa all’Irccs in comodato d’uso per 50 anni. Pansini per evitare eventuali problemi predispose una bozza per cedere invece definitivamente, e a titolo gratuito, la proprietà all’Oncologico. Ma occorre mettere attorno allo stesso tavolo Regione, Ministero, Asl e Irccs, condividere la proposta che poi deve passare dalla giunta regionale per la delibera di adozione. Cassano, in quanto esponente del Pdl si è impegnato a prendere contatti col ministro della salute, Fazio. «Ma – conclude – qui ci sono responsabilità diffuse e tutte da chiarire.

FONTE:GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

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