Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

UN PASSO NELLA GIUSTA DIREZIONE PER RITROVARE LA VIA DELLA LIQUIDITÀ

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 Il quotidiano economico-finanziario, ILSOLE24ORE ha pubblicato, quest’oggi, un interessante articolo sul recupero crediti da parte delle imprese.

Un passo nella giusta direzione per ritrovare la via della liquidità
di Giovanni Sabatini*

 Recentemente sono apparsi sulla stampa articoli sul tema dei ritardi di pagamento della pubblica amministrazione e sulle possibili iniziative per alleviare gli effetti negativi sulle imprese creditrici.

La questione è dibattuta ormai da diversi anni senza che si sia individuata una soluzione di equilibrio tra le diverse esigenze: l’urgenza di pagare le imprese per le commesse realizzate, in una fase congiunturale nella quale queste soffrono di carenze di liquidità; la necessità di tenere sotto controllo i conti pubblici, nel rispetto degli impegni che lo Stato italiano ha preso con l’Unione Europea; nonché l’obiettivo di evitare la deresponsabilizzazione dei centri di spesa a livello locale.

 Il problema non consente di puntare su di un’unica soluzione. Occorre lavorare su più fronti con iniziative che consentano una riconduzione di tale criticità nell’ambito di una fisiologica gestione, da parte della Pa, dei pagamenti dei propri fornitori.
L’Associazione Bancaria Italiana è impegnata per alleviare le tensioni finanziarie delle imprese, attraverso la realizzazione di operazioni di sconto o anticipo dei crediti vantanti da queste ultime nei confronti della pubblica amministrazione. D’accordo con le altre Associazioni imprenditoriali, ha lavorato per ottenere dal Governo un meccanismo di certificazione di tali crediti che consenta alle banche di realizzare le operazioni citate in maniera efficiente, anche in termini di costo per il cliente, in un quadro di maggiore certezza sull’entità del credito e sui relativi tempi di pagamento.

Il processo di definizione del necessario quadro normativo ha richiesto diversi anni e numerosi interventi legislativi e regolamentari, a partire dalla fine del 2008. Con gli ultimi provvedimenti attuativi dei decreti-legge n. 52 e n. 95 del 2012, in materia di razionalizzazione e revisione della spesa pubblica, si è raggiunto un livello di definizione della disciplina tale da consentire una più puntuale operatività delle banche in questo comparto. Un punto di svolta sarà peraltro rappresentato dall’ormai prossima messa a regime della piattaforma elettronica per la certificazione dei crediti in modalità telematica. Questo strumento consentirà alle imprese creditrici di richiedere la certificazione secondo tempi certi e, alle banche, di realizzare operazioni di smobilizzo di crediti certificati secondo modalità che garantiscano una piena trasparenza dell’operazione.

Nel frattempo, già dallo scorso mese di gennaio, è operativo l’accordo tra l’Abi e le altre Associazioni imprenditoriali, che prevede la messa a disposizione da parte delle banche aderenti di un plafond di 10 miliardi di euro per lo smobilizzo dei crediti certificati, a condizioni particolarmente vantaggiose per le Pmi italiane.
È evidente che il settore bancario non può che essere solo una parte della soluzione, alleviando le conseguenze del problema dei ritardi di pagamento della Pa sulle imprese. La soluzione per smaltire lo stock di debito accumulato dalla pubblica amministrazione richiede necessariamente il recupero di risorse finanziarie da destinare a tale obiettivo. La “terapia d’urto”, proposta sul Sole 24 Ore di ieri da Luigi Guiso e Guido Tabellini, che prevede l’immediato pagamento dei debiti pregressi della Pa attraverso un’emissione ad hoc di titoli di Stato, va nella direzione giusta.

L’obiettivo dovrebbe essere quello di arrivare ad un livello di debito fisiologico che non determini una situazione di allarme economico e sociale, quale quello attuale. Sarebbe anche opportuno che il pagamento dei debiti della Pa venga accompagnato da misure che evitino il ripetersi della patologia di questi anni.
Sullo sfondo, rimane la questione della revisione del Patto di stabilità interno. Senza di questa, le amministrazioni di livello locale continueranno ad avere difficoltà a programmare in modo puntuale le proprie esigenze di cassa e, di conseguenza, a realizzare il menzionato programma di razionalizzazione della spesa, sulla base delle risorse disponibili.

* Direttore Generale Associazione Bancaria Italiana

 

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