Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

PERCHE’ LA SANITA’ AL SUD COSTA E NON FUNZIONA

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 La sanità italiana sotto la lente di ingrandimento del ministero della salute in quella che il dicastero chiama operazione di trasparenza sui costi del settore. E’ il quadro che ne vien fuori è quanto mai indicativo di una Italia divisa, anche nella sanità. Così chi partorisce a Como quasi certamente lo farà con un parto naturale e chi invece lo fa in Campania Sicilia o Puglia, con ogni probabilità sarà sottoposto a parto cesareo. E questo è solo un esempio delle differenze tra Nord e Sud in base allo studio che il ministero ha affidato alla scuola Sant’anna di Pisa sulla base di 28 indicatori tra cui i ricoveri, ospedalizzazione di patologie da curare sul territorio, il tasso di prevenzione in base agli screening. Il panorama che ne viene fuori per il meridione è a tinte fosche. Con la Puglia che sia per tasso di ospedalizzazione sia per numero di parti cesarei, sia per numero di fratture di femore, solo per citarne alcune, operate entro le 48 ore, è tra le regioni peggiori con tassi altissimi rispetto alla media nazionale. Nella nostra regione la media del tasso di ricoveri medici, ovvero quelli da trattare in day hospital, ogni 100 mila abitanti è di 279 contro i 135 a livello nazionale. Molti, troppi anche i ricoveri cosiddetti inappropriati anche per diabete e broncopatie, patologie che normalmente vengono trattate sul territorio. Per esempio in  Puglia per diabete ogni 100 mila abitanti si ricoverano 107 persone contro le 8,77 della Val d’Aosta e le 24 della Toscana. Maglia nera anche per i ricoveri di malati di broncoparie, 350 i ricoveri pugliesi con punte anche di 624 nella Asl di Brindisi, contro i 58 di Trento. Non vanno meglio le cose in Basilicata. Qui si registrano 23 cosiddette fughe, ovvero ricoveri in altre regioni e pesati in base al loro livello di complessità. Risultati questi che non confortano sulla spesa sanitaria soprattutto se si pensa che questi dati serviranno anche per costruire i costi standard della sanità  annunciati dalla riforma del federalismo fiscale. Chi non starà al passo con le regioni migliori resterà indietro anche sui finanziamenti. Un rischio tutto meridionale.

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