Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

SÌ DELL’AULA ALLA LEGGE SALVA-PRECARI DELLA SANITÀ

253
 

 Sì dell’aula alla legge salva-precari della sanità 
Con un solo astenuto, il Consiglio regionale ha detto sì alla legge che contiene “misure urgenti per l’accelerazione della determinazione delle dotazioni organiche delle aziende ed enti del servizio sanitario regionale e di tutela assistenziale”, ergo: termina l’incubo per i 270  medici in attesa di stabilizzazione.
Il dibattito è stato lungo e “proficuo” come ha sottolineato l’assessore alle politiche della salute, Ettore Attolini, perché ha consentito di far emergere temi importanti.
Fra gli altri, quello sollevato da un emendamento  “in chiave foggiana”, a firma di Lucio Tarquinio, Francesco Damone e Giannicola De Leonardis (presentato e poi ritirato),  con il quale si chiedeva sostanzialmente di aggiungere ai 270 medici che rientrano nella fattispecie prevista dalla legge, anche quelli della Asl di Foggia. L’assessore ha spiegato che al momento della definizione delle stabilizzazioni, la stessa Asl foggiana, ha ritenuto che non ci fossero le condizioni per procedere in quella direzione, licenziando il personale sanitario.

Cosa fare adesso? La soluzione prospettata dall’assessore Attolini è quella di bandire avvisi pubblici per coprire le carenze di personale determinate proprio da quei licenziamenti.
Sono due gli articoli della legge, con i quali da una parte si impone l’obbligo ai direttori sanitari di approvare le piante organiche entro trenta giorni dall’approvazione della iniziativa legislativa, in caso di mancato rispetto del termine, la Giunta regionale procederà nei dieci giorni successivi, alla nomina di un commissario ad acta; dall’altra per assicurare i livelli essenziali di tutela assistenziale, le aziende e gli enti di servizio sanitario regionale fino all’espletamento delle procedure per la copertura dei posti vacanti e comunque per un periodo non superiore ai sei mesi dall’approvazione della legge,  utilizzeranno il personale che a causa della sentenza della Corte Costituzionale del 2011, ha perso il lavoro ma soprattutto la certezza della stabilizzazione.

“Questa legge – ha spiegato l’assessore alla sanità, Ettore Attolini – si inserisce nel contesto delicato e più ampio della gravissima generale carenza di personale nel nostro sistema sanitario”. L’assessore ha ricordato le condizioni di precarietà e di asfissia in cui i medici sono costretti a lavorare, coprendo con piante organiche inadeguate il lavoro che in altre realtà viene svolto da centinaia di unità in più.
“Sino a quando non usciamo dal Piano di rientro – ha ricordato Attolini – ci aspettano ancora sacrifici. Questa legge serve ad evitare il tracollo, ma certamente non risolve completamente il problema delle carenze strutturali”.
Ma un altro spettro si aggira e neanche tanto nell’ombra, sulla tenuta del nostro sistema sanitario, la possibilità, che l’assessore ha inteso emergere dalla ultime riunioni romane, che vi sia un ulteriore dimagrimento del Piano di riparto sanitario.

Un ridimensionamento che fra l’altro rischia di spostare ancora di più l’asse decisionale su questa materia a livello romano, scippando così ancora altra sovranità alle regioni.
Il presidente del Consiglio, Onofrio Introna, ha sottolineato la necessità che l’intero Consiglio regionale predisponga un ordine del giorno che manifesti il disappunto sulla eventualità che questa minaccia si materializzi, stigmatizzando tutte le ricadute negative sulla tenuta del sistema sanitario pugliese.

Comments are closed.