Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

Sanità, il servizio 118 in Puglia verso la riforma

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Oltre 4mila richieste di soccorso e almeno 2mila interventi al giorno: il 118 pugliese è in sovraccarico. «Solo tra Bari e Lecce, in media, gli operatori devono rispondere a circa 2400 persone che chiedono l’arrivo di un’ambulanza, ma di queste richieste appena un quinto rappresenta un’emergenza reale – denuncia Nicola Brescia, segretario dell’Usppi. I codici bianchi e quelli verdi stanno mandando in tilt il sistema e in Salento l’afflusso di turisti ha complicato la situazione». I codici bianchi o verdi, a detta del sindacato, rappresentano un problema nella gestione del servizio di emergenza «perché occupano e impegnano mezzi e soccorritori in interventi non urgenti.
«A Bari e provincia, ad esempio, ad agosto si sono sfiorati, in alcuni giorni, addirittura 2mila richieste di intervento al giorno. La media resta comunque alta, oltre 1.200 telefonate in 24 ore». In Salento, a luglio e nei primi 15 giorni di agosto la centrale operativa del 118 ha gestito, mediamente, oltre 600 richieste di soccorso. «Di queste circa 450 si sono trasformate in un intervento: numeri elevati se si confrontano con quelli del resto dell’anno, quando in media non si va oltre le 300 telefonate al giorno». E negli ultimi giorni «si sono registrati picchi in un singolo turno di 6 ore di 200-250 soccorsi effettuati».
Il 118, però, «paga una carenza di medici, infermieri, autisti e di mezzi» e, nell’ambito del riordino previsto dalla Regione «dovrebbero restare attivi soltanto quei pronto soccorso che superano i 20mila accessi l’anno. Quindi 9 strutture dovrebbero chiudere per essere trasformate in Punti di primo intervento territoriali (Ppit)». I Ppit, «articolazione del 118 e dotati di ambulanza medicalizzata saranno complessivamente 38, sei in più degli attuali: 17 a Bari, 7 a Foggia, 4 nella Bat, 3 a Taranto, 5 a Brindisi e 3 a Lecce».

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