Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

Fascicolo digitale avanti tutta

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fattura elettronica

La firma nel settembre 2015 del Dpcm ha dato un impulso decisivo allo sviluppo del Fascicolo sanitario elettronico (Fse) nelle Regioni italiane, la maggior parte delle quali ha avviato nuovi progetti o esteso quelli già in corso.

L’Osservatorio Innovazione digitale in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano, in collaborazione con Doxapharma, ha rilevato il punto di vista dei cittadini italiani su questo tema.

I dati raccolti su un panel di 1.000 cittadini statisticamente rappresentativo della popolazione italiana mostrano che il 32% dei cittadini ha sentito parlare di Fse: sebbene possa sembrare un valore non elevato, occorre notare che è raddoppiato rispetto all’anno precedente, considerando un panel analogo. È dunque un segnale positivo, che mostra come le attività di comunicazione e di promozione dei Fse promosse dal Governo e dalle Regioni stiano dando risultati incoraggianti.

Il livello di utilizzo del Fse da parte dei cittadini mostra invece un dato meno positivo, perché solo il 5% del campione dichiara di averlo utilizzato. L’interpretazione di questo dato deve però tener conto che poche Regioni italiane hanno attivo a oggi il Fse (Emilia-Romagna, Lombardia, Puglia, Toscana, Sardegna, Valle d’Aosta e Provincia Autonoma di Trento, secondo i dati dell’Agenzia per l’Italia Digitale aggiornati a luglio 2016).

Altre 10 Regioni hanno un Fse in corso di implementazione, mentre non risulta abbiano ancora avviato alcun progetto Campania, Calabria e Sicilia, oltre alla Provincia autonoma di Bolzano.

La ricetta elettronica – anch’essa tra le priorità del Governo in merito alla Sanità digitale – è lo strumento più conosciuto dai cittadini italiani, anche grazie alle azioni di comunicazione sulla stampa nazionale del processo di progressiva dematerializzazione delle ricette rosse e alla validità della ricetta elettronica su tutto il territorio nazionale a partire dal 1° marzo 2016: il 66% dei cittadini ne ha sentito parlare, il 57% sa di cosa si tratta, il 10% ha cercato informazioni a riguardo.

L’Osservatorio, sempre attraverso la collaborazione con Doxapharma, ha rilevato, inoltre, il livello di utilizzo dei servizi digitali da parte dei cittadini: rispetto allo scorso anno, l’utilizzo è in crescita, in particolare nella popolazione di età compresa tra i 35 e i 54 anni, quella che, se da un lato inizia ad avere la necessità di accedere ai servizi sanitari, dall’altro è abituata all’utilizzo di Internet nella vita quotidiana.

Al primo posto si trova la prenotazione online di esami e visite, utilizzata dal 24% dei cittadini (+85% rispetto al 2015). I servizi per l’accesso e la consultazione dei documenti clinici e il pagamento delle prestazioni sanitarie sono utilizzati rispettivamente dal 15% e dal 14% dei pazienti (+88% e +180% rispetto al 2015).

Un terzo dei cittadini italiani utilizza internet per ricercare informazione e opinioni su problemi di salute e malattie, mentre uno su quattro lo usa per avere maggiori informazioni su farmaci e terapie.

I canali più utilizzati per informarsi sono le enciclopedie online (es. Wikipedia) e i siti istituzionali, accanto a blog e forum, sempre più diffusi. Sebbene il ricorso a Internet sia in crescita, i cittadini – soprattutto gli over55 – dichiarano di non sentirsi sicuri nel prendere decisioni sul proprio stato di salute, basandosi sulle informazioni trovate in Rete, e preferiscono rivolgersi al medico.

Sempre più cittadini dichiarano di utilizzare i canali digitali anche per comunicare con il medico di famiglia (16%, valore più che triplicato rispetto all’anno precedente). Il dato è confermato anche dai dati della ricerca svolta in collaborazione con Fimmg e Doxapharma su un campione di 656 Medici di medicina generale (Mmg). Per comunicare con i propri pazienti, i Mmg utilizzano sempre di più nuovi canali digitali, tra cui WhatsApp (53%, +33% rispetto al 2015).

Secondo i Mmg, WhatsApp consente uno scambio efficace di dati, immagini e informazioni (58%), consentendo di evitare una visita. I Mmg che non utilizzano WhatsApp temono un eventuale aumento del carico di lavoro (49%) e la creazione di incomprensioni con il paziente (39%).

Emerge quindi un netto avvicinamento dei cittadini italiani ai servizi digitali per interagire con le strutture sanitarie e con i medici, con benefici in termini di costi e qualità del servizio che appaiono decisamente rilevanti.

La sfida è quella di facilitare ulteriormente l’accesso a questi canali a tutti i cittadini, in particolare a quelli più fragili e anziani, certamente meno abituati a farlo, ma al tempo stesso più bisognosi di questi servizi.

Aziende sanitarie e Regioni devono quindi sviluppare strategie omnicanale progettando i servizi perché possano essere fruiti attraverso sportelli fisici, sportelli self-service presso la struttura sanitaria o presso farmacie e supermercati, siti web e App. In questo modo cittadini e caregiver potranno scegliere il canale più adatto alle loro esigenze e capacità mentre saranno gradualmente guidati ad accedere attraverso canali sempre più veloci ed economici per loro e per il Sistema sanitario.

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