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Padoan: «Con la spending review tagliati 25 miliardi, difficile andare oltre»

Pier Carlo Padoan - Ministro Economia e Finanze
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Pier Carlo Padoan - Ministro Economia e Finanze
Pier Carlo Padoan – Ministro Economia e Finanze

L’economia italiana ed europea non sono ancora uscite dal dopo crisi e neppure sono entrate in un «new normal». C’è un’incertezza diffusa che, poi, altro non è che una domanda di governance: «I mercati hanno bisogno di sapere dove andare e così anche i cittadini» ha detto ieri il ministro Pier Carlo Padoan, ospite a un convegno dell’Istituto per gli affari internazionali che ha rappresentato l’occasione per rilanciare i contenuti del position paper presentato il 22 febbraio scorso dall’Italia con «proposte concrete» per una strategia europea condivisa per la crescita, il lavoro e la stabilità.

Pier Carlo Padoan

Un «documento politico importante» che vuole affrontare sfide alte, ha spiegato il ministro, ricordando le incognite che pesano sul quadro macroeconomico globale:?dalla deflazione al rischio di choc geopolitici, dall’insoddisfazione crescente per il tenore di vita in Europa all’ipotesi di una Brexit «considerata dal G20 come choc capace di mettere in discussione le istituzioni» fino alla difficile questione dei migranti «su cui speriamo venga una risposta dal Consiglio europeo».

Secondo Padoan bisogna ripartire da quanto già c’è in Europa, che non è poco, «indicando dove il quadro generale può essere migliorato con il bisogno o meno di cambiare i trattati». Chiari gli obiettivi di fondo: rafforzare gli investimenti, completare le riforme strutturali e mantenere una politica di bilancio favorevole alla crescita e all’occupazione. Da perseguire con azioni il più possibile convergenti per dare maggiore resilienza all’economia in caso di nuove instabilità. «Ora siamo in una fase cruciale, siamo ad un punto di svolta, dobbiamo allontanarci da questa turbolenza e possiamo farlo» ha detto il ministro prima di passare in rassegna i capisaldi della proposta italiana che punta a una maggiore condivisione dei rischi e alla loro mutualizzazione con una strategia sia a breve che a lungo termine.

Sui temi dell’agenda dell’eurogruppo più imminenti, Padoan ha poi parlato dell’Unione bancaria e della sua implementazione:?«Bisogna far procedere di pari passo la riduzione e la condivisione del rischio. Se sulla riduzione si è fatto molto, non bisogna dimenticare la condivisione», prevedendo strumenti «come un meccanismo di garanzia dei depositi e un back stop pubblico al meccanismo di risoluzione, basato invece su risorse private». Rispondendo alle domande della platea Padoan ha poi escluso ipotesi di ristrutturazione del debito pubblico («per quanto ne so io non è in agenda in alcun Paese Ue») mentre sul fronte della politica economica nazionale ha difeso i risultati della spending review:?«La spesa pubblica è stata tagliata per 25 miliardi. È stato tagliato talmente tanto che è difficile andare oltre».

Ora lo sforzo, ha aggiunto Padoan, sarà concentrato «sulla qualità della spesa». Una considerazione, quella del ministro, che va letta anche nel contesto della trattativa con Bruxelles sul riconoscimento delle clausole di flessibilità per il percorso fin qui compiuto e gli ulteriori spazi fiscali su cui puntare per il 2017. In serata fonti dell’Economia hanno sottolineato che in futuro ci saranno ancora ingenti risparmi dagli sprechi e che la revisione della spesa sarà incorporata in modo permanente nella programmazione con la nuova legge di bilancio unificata. L’efficacia degli interventi di riqualificazione della spesa dipenderanno poi dalla capacità di realizzare cambiamenti nell’organizzazione e nei processi dell’intera Pa.

Ieri Pier Carlo Padoan ha anche partecipato alla firma del protocollo d’intesa tra ministero della Politiche Agricole e Unicredit per l’attivazione di un plafond di 6 miliardi. Padoan ha definito l’accordo «una best practice tra governo e sistema bancario» che rappresenta «una strategia che guarda al futuro con l’utilizzo di tecnologia e l’enfasi sulla formazione».

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