Associazione Fornitori Ospedalieri Regione Puglia

SANITA’:LA PUGLIA E’ TERZULTIMA

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Il “Sole 24 Ore – Sanità” ha pubblicato i dati relativi al rapporto sullo stato della sanità italiana, operato dal Laboratorio Management e Sanità della Scuola Superiore Sant’ Anna di Pisa, commissionato dal Ministero del Welfare.
Lo studio ha preso in esame 29 fattori reali, tra i quali: tasso di ospedalizzazione, vaccinazioni, percentuale di parti cesarei, ricoveri in day hospital, costo pro capite dei medicinali, estensione dello screening mammografico.

A tutti questi indicatori è stato dato un giudizio della qualità della prestazione ( da ottimo a molto scarso ), e su questa base è stata stilata una classifica, la Puglia si è classificata terzultima con 6 indicatori positivi e 23 indicatori negativi ( purtroppo ) con un disavanzo della spesa pro capite per i farmaci di – 77 euro. Questo documento dà un quadro inquietante e preagonico sulla sanità pugliese, dimostrando il fallimento delle avulse politiche sanitarie della Giunta Regionale di centrosinistra guidata da Vendola. In questi anni si è ridotto in maniera preoccupante sia il livello che la qualità dell’ assistenza sanitaria, e non ci si riferisce solo alla querelle della soppressione del servizio di elisoccorso di Vieste, ma anche ad altri casi emblematici come: il dramma dell’ ospedale di Castellaneta dove nel reparto di rianimazione veniva ingerito protossido d’ azoto anziché ossigeno; il triste colmo raggiunto nell’ Estate 2007 nell’ ospedale di Lecce, dove di notte veniva chiuso per ferie il reparto di oncologia ed ematologia pediatrica. Vendola e compagni avrebbero dovuto preparare un piano sanitario equilibrato e concertato con gli operatori e con il territorio, invece non si è fatto altro che brancolare nel buio di una superficialità e di un’ arroganza tipica dei dilettanti allo sbaraglio. Il fatto strano è che nonostante si siano attuati tagli draconiani ai servizi senza precedenti, per cui si fatica a ridurre la spesa pubblica e gli sprechi di amministrazione, la “Cooperativa Vendola” si è permesso il lusso di aumentare il numero di manager sanitari, e in seno alla Conferenza delle Regioni ha bocciato la proposta del Governo Berlusconi di diminuire del 20% lo stipendio dei manager sanitari.

 

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