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L’Ocse alza le stime dell’Italia, ma gli emergenti pesano sulla crescita globale

Matteo Renzi - Presidente del Consiglio
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Matteo Renzi - Presidente del Consiglio
Matteo Renzi – Presidente del Consiglio

 

Secondo l’Organizzazione parigina, il Prodotto italiano crescerà dello 0,8% quest’anno e dell’1,4% il prossimo. Promossi il Jobs Act e gli sgravi per le assunzioni. Rallenta il commercio mondiale, frena anche l’Eurozona

(La Repubblica) – MILANO – L’Ocse ha alzato le stime sulla crescita dell’economia italiana e promosso il Jobs Act del governo, ma il quadro economico globale presenta ulteriori elementi di rallentamento, legati soprattutto alla difficile situazione dei mercati emergenti.

Nell’ultima edizione del suo Economic Outlook, l’Organizzazione di Parigi ha scritto che il Pil dell’Italia, contrattosi dello 0,4% lo scorso anno, è atteso in espansione dello 0,8% nel 2014 e dell’1,4% sia nel 2016 che nel 2017. Si tratta di una lieve revisione al rialzo rispetto alle previsioni contenute nell’Interim Economic Outlook di settembre (+0,7% nel 2015, +1,3% nel 2016). Si tratta di altre stime, dopo quelle di Istat e Commissione Ue, tutto sommato in linea con il governo per quest’anno (+0,9% per la nota di aggiornamento del Def) e un po’ meno ottimistiche per il prossimo (+1,6% secondo il governo). Una nota positiva per la Penisola viene da riforme e recupero del lavoro: il Jobs act e gli sgravi per le assunzioni “stanno trainando la svolta del mercato del lavoro” in Italia, “hanno portato a un rilevante aumento dei nuovi contratti a tempo indeterminato e ampliato le reti di sicurezza sociale, rendendo la crescita più inclusiva”. Per l’Ocse, il tasso di disoccupazione calerà dal 12,3% di quest’anno all’11,7% nel 2016 e 11% nel 2017. Una ulteriore spinta alla ripresa arriverebbe dalla bad bank, che potrebbe far riprendere gli investimenti.

Nel complesso, però, “le prospettive di crescita globale si sono fatte più fosche quest’anno”, e in particolare “le economie dei Paesi emergenti sono una fonte chiave di incertezza, dato il loro ampio contributo al commercio globale e alla crescita del Pil”. Ragione per cui per il 2015 il pronostico di espansione globale scende a +2,9% dal +3% prospettato nel rapporto intermedio di settembre e dal +3,1% indicato nell’outlook di giugno. Per il 2016, le attese scendono a +3,3% dal +3,6% stimato due mesi fa e dal +3,8% di giugno. Per il 2017 le prime indicazioni sono di una crescita globale del 3,6%. In questo rallentamento rientra anche l’Eurozona, per la quale si prevede un aumento del Pil dell’1,8% nel 2016 (da +2,1% indicato a giugno, rivisto a settembre a +1,9%) e dell’1,9% nel 2017, dopo +1,5% nel 2015 (da +1,6% stimato a settembre e +1,4% nell’outlook primaverile).

Ad allarmare è l’andamento del commercio globale: l’Ocse stima l’intescambio mondiale in progresso solo del 2% quest’anno, la metà del 3,9% prospettato a giugno e del 3,6% nel 2016 (contro il 5,3%), con una ripresa a +4,8% solo nel 2017. “Il commercio mondiale è un’importante ‘spia’ dell’andamento dell’output globale. I tassi di crescita dell’interscambio osservati finora nel 2015, nel passato sono stati associati a una recessione globale”, scrive nell’editoriale dell’outlook la capo-economista, Catherine Mann. A differenza che nel 2012-13, quando la debolezza dell’interscambio veniva dai Paesi avanzati, ora il problema sta nei paesi emergenti. Proprio questa debolezza, secondo alcuni osservatori non potrà non contagiare l’Italia e le sue esportazioni: uno dei motivi della maggior cautela rispetto al governo sul Pil del 2016.

Tra i vari punti toccati dall’Ocse, anche lo scenario sui principali tassi d’interesse che stanno tenendo col fiato sorpreso i mercati. Per Parigi, il tasso di riferimento della Bce resterà fermo allo 0,05% fino al secondo trimestre del 2017, per essere alzato di 0,25% entro la fine del 2017. Per gli Usa, invece, i tassi sono attesi in graduale aumento tra il dicembre 2015 e il dicembre 2017 dall’attuale livello dello 0,25% al 2%.

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